Teresa Musco "Anima Sacerdotale"

Da «Rogate Dominum Messis!»
luglio-agosto 78

Teresa Musco Anima Sacerdotale
di Padre Stanislao Maria Zanetti
dei Servi di Maria

Teresa Musco è nata il 7 giugno del 1943 a Caiazzo, in provincia di Caserta. Ed è morta il 19 agosto del 1976 a Caserta. Trentatre anni di una vita intensissima di preghiera, di sofferenza, di carismi straordinari e di fruttuosissimo apostolato. La preghiera di Teresa è stata il respiro della sua anima. La sofferenza fu il suo carisma caratteristico. I numerosi e straordinari doni da Dio concessi la sostennero sul suo personale calvario e nella costante crocifissione della sua anima e del suo corpo. Diversamente non le sarebbe stato possibile resistere in una esistenza che è stata al di fuori e al di sopra di ogni altro schema. Si fa presto ad elencare questi carismi. E’ però difficile rendersene conto in tutta la loro estensione, intensità, continuità, soprannaturalità. Eccoli: stimmate, agonia, coronazione di spine, crocifissione, morte, il dono di parlare l’aramaico antico, estasi, visioni, scrutazioni dei cuori, bilocazione, profezia, lotta sensibile contro il demonio, predizione della sua morte, sdoppiamento della sua persona, guarigioni e altri favori prodigiosi, ecc...

Non ci meravigliamo, allora, che Teresa Musco abbia seminato, durante i trentatre anni della sua esistenza, a piene mani, l’onore e l’amore di Dio, la riparazione dei peccati numerosi e nefandi della nostra epoca e operato un bene enorme a beneficio del popolo cristiano, della Chiesa e dei Sacerdoti.

Ecco per l’appunto dei Sacerdoti. Gabriele Maria Roschini, dei Servi di Maria, ha illustrato, da par suo, tutti questi aspetti della vita di Teresa. Il sottoscritto, servendosi dell’opera del suo illustre confratello, vuole solo mettere in luce l’aspetto particolare dell’interesse della Musco per i Sacerdoti. Ci pare che tale interesse si assommi in questi punti: i Sacerdoti l’hanno aiutata a vivere la sua vocazione e a farsi santa, ed essa gliene fu grata; Gesù si è servito di Teresa Musco per richiamare i Sacerdoti ad onorare la loro dignità e a vivere con zelo indefesso la loro missione; la Madonna pure, si è servita di Teresa Musco per aiutare e svegliare i Sacerdoti dalla loro neghittosità, tiepidezza e dalle loro defezioni; Teresa Musco di sua iniziativa prega e soffre e si offre per i Sacerdoti; le numerosi testimonianze di diverse persone sul santo e soprannaturale affetto di Teresa Musco per i Sacerdoti.


I Sacerdoti l’hanno aiutata a vivere la sua vocazione e a farsi santa. E Teresa gliene fu sempre grata.

Il primo, concreto dono, che Teresa riceve da un Sacerdote, è la sua prima Comunione Eucaristica, fuori del tempo, allora prescritto, su desiderio di Gesù stesso. E’ il 10 gennaio del 1950. Teresa dietro ordine dei suoi, si è portata in una frazione, vicina al suo paese, a fare erba per il somarello di famiglia. Sente d’improvviso una voce che le dice: “Qui c’è una mia casa”. Teresa, girando lo sguardo d’intorno, vede una Chiesa. Vi entra e vede che si sta celebrando la Messa per un matrimonio. Allora si confessa da un Sacerdote che è in confessionale. Poi, giunto il momento della Comunione, si presenta con altri a ricevere la Comunione. Ne è sommamente felice. Siccome in seguito rimane turbata per questa procedura, che le pare proibita, si apre con il Canonico Don Pasquale Mone, incontrato poco tempo dopo, mentre si reca a fare erba. Questi le dice di non dir niente a nessuno e di non temere perché Gesù l’aveva già perdonata, e si raccomanda alle sue preghiere. La piccola si rasserena (Ivi, pag. 46 e 58).

Il 1° novembre del 1950 Teresa fece conoscenza con Padre Pio, lo stimmatizzato Cappuccino di San Giovanni Rotondo. Trovandosi in Chiesa per ascoltare la S. Messa, prima che questa incominci, vede un Sacerdote che, partendo dall’Altare, si dirige verso di lei e le raccomanda di pregare per le anime del purgatorio. Poi facendosi conoscere per Padre Pio da Pietralcina, le annunzia che un giorno anche lei sarà stimmatizzata. E infine la incoraggia e la benedice (Ivi, pag. 55).

Il Sacerdote che si è occupato con amore di dirigere Teresa, in qualità di padre spirituale è Don Giuseppe Borra Salesiano. Glielo aveva preparato e annunciato Gesù stesso il 15 gennaio del 1970. Il 15 marzo dello stesso anno avviene il primo incontro nella casa dei Salesiani dove Don Borra è Direttore. Una settimana dopo avviene un altro incontro nella casa di Teresa. Finalmente Teresa si sente felice e sicura per avere un padre dell’anima (Ivi, pag. 195).

A superare fruttuosamente i momenti durissimi, il Signore le dona anche un fratello spirituale, nella persona di Padre Franco Amico. Don Franco le fu sempre di grande aiuto e conforto, durante i cinque ultimi anni di vita, anche perché Don Borra viveva a Roma e, quindi, non era sempre presente. Don Franco lo sostituiva nelle continue necessità spirituali, fisiche e materiali di Teresa. Più di qualche volta Don Franco celebrava la S. Messa nella cameretta della stimmatizzata, recando all’ammalata una grande consolazione.

Padre Adalberto Cerusico, Passionista, ha anche aiutato Teresa nel portare il fardello veramente pesante delle sue croci e sofferenze. Teresa gliene fu sempre grata, a voce e per scritto. Lo chiamava affettuosamente: babbo, babbino, padre dell’anima sua. E gli diceva con grande effusione del cuore: “Quanto vi amo in Cristo Gesù e nel cuore della dolce Mamma... Vi saluto baciandovi la mano con tanto ma tanto affetto in Gesù...” (Ivi, pag. 426-434).

Padre Domenico Mondrone, Gesuita, ebbe più volte l’occasione di incontrarsi con Teresa e di darle, a voce e per scritto, ottimi consigli. Teresa scrivendo a sua sorella, Suor Dorina, la mette al corrente di queste visite e le dice: “Non puoi immaginare che consigli mi ha dato, proprio belli” (Ivi, pag. 486).

Altri Sacerdoti le prestarono i loro servizi. Teresa si rivelò con Don Borra e Don Franco e con tutti piena di rispetto, di ubbidienza, di affetto e di riconoscenza. La sua gratitudine era, ovviamente, di carattere spirituale, non possedendo nulla e non potendo nulla di carattere materiale. Ma chi non avrebbe apprezzato la gratitudine spirituale di un’anima così eletta e cara a Dio? Sono numerosissime le testimonianze, sia dal suo diario personale e sia dei Sacerdoti medesimi.

Non è però che Teresa, nella sua riconoscenza e nei suoi atteggiamenti, abbia avuto attitudini e sentimenti men che onesti. Era solo sostenuta dalla fede nella dignità e nei poteri divini dei Sacerdoti. Era addirittura sostenuta da una visione soprannaturale, in quanto vedeva, per concessione miracolosa, la persona stessa di Gesù, dietro al Sacerdote in funzione dei suoi ministeri sacri. “Ogni Sacerdote — scriveva — rappresenta Cristo vivo e vero: il Sacerdote è un semplice strumento il quale dona le sue membra al Cristo” (Ivi, pag. 196).


Gesù si è servito di Teresa Musco per richiamare i Sacerdoti ad onorare la loro dignità e a vivere con zelo indefesso la loro missione.Cioè Teresa è stata una intermediaria, o, se più piace, un altoparlante di Gesù.

Perché il Signore si è servito di una povera ragazza, ripudiata dalla sua famiglia natale, senza istruzione e cultura, senza particolari doti di attrattiva e di persuasione? Forse perché noi Sacerdoti siamo troppo superbi. E il Signore ha voluto, secondo il suo costume, umiliarci (che vuol dire: amarci) per mezzo dei semplici e degli umili. Ma forse la ragione più vera sta nel fatto che Teresa Musco ha, oltre che ubbidito al Signore, anche caramente, generosamente pagato di tasca propria, con la sua inenarrabile sofferenza, il compito di divenire la portavoce del Signore ai Sacerdoti.

Il 13 settembre del 1951 (si noti che Teresa conta solo otto anni) ha una visione, nella quale vede Gesù che la consola per aver subito un grave maltrattamento dal babbo. Non può dir tutto di quello che vede e le dice Gesù. Aggiunge, però, le seguenti parole: “Raccomando ai Sacerdoti di stare attenti al momento della consacrazione della Messa, perché Gesù è lì in persona...”. Dobbiamo stare attenti, noi Sacerdoti, a non distrarci e a non trattare le cose sante, i santi misteri, con indifferenza, con apatia, o addirittura con disprezzo e mancanza di fede e di amore! (Ivi, pag. 65).

Il 1° novembre del 1952 (Teresa conta solo nove anni), trovandosi in Chiesa, ha una visione nella quale vede una colonna che traballa paurosamente e sulla quale vi è il Santo Padre, e si sente dire: “Vuoi tu diventare vittima per essere un piccolissimo sostegno per questa colonna?”. Teresa, dopo momenti di timore, risponde: “Sia fatta la tua volontà”. Subito si sente tormentata da flagelli e da altri strumenti (Ivi, pag. 82).

Spesso Teresa si sente spinta da una voce interna, o dalla presenza di una persona (che non può essere altro che Gesù) a offrire tutto... per la santificazione di tanti Sacerdoti. E Teresa accetta prontamente (Ivi, pag. 88). Il giorno di Pasqua del 1954, Gesù, apparendole risorto e a braccia aperte, le dice: “Tu, quando sarai grande e ti troverai di fronte a tanti Sacerdoti, figli a me cari, mi raccomando di dir loro che insistano sempre sulla frequenza dei Sacramenti e sulla recita del Rosario... E tu dovrai soffrire e tacere per loro che sono figli a me cari” (Ivi, pag. 96). Il 31 gennaio del 1957, mentre il medico le dava un taglio doloroso, orribile all’addome, vide Gesù che le tendeva le braccia in cambio delle sofferenze che lei gli offriva per tante intenzioni e, tra le altre, per aiutare i Sacerdoti (Ivi, pag. 118).

Ancora il 31 gennaio del 1966, a 22 anni, si sente spinta, da una voce che le viene dal cuore, a fare un’offerta spontanea e totale della sua vita, a vantaggio di Sacerdoti. In questa occasione dice a Gesù: “Gesù, tu lo sai, se io avessi mille vite e milioni di vite, le sacrificherei tutte per i Sacerdoti. Tu lo sai dolce amore, che la loro missione io la sento nel sangue, e, quando essi soffrono, io soffro con loro, quando uno di loro si allontana da quell’altezza sublime, allora io lo sostengo con la preghiera e col mio piccolo sacrificio” (Ivi, pag.149). Il 31 luglio del 1969, Teresa sta pregando per i Sacerdoti. D’un tratto, uscita fuori di sé, si trova vicino a Gesù che soffre “pene terribili, indescrivibili”. Teresa allora prova una “grande volontà” di soffrire con Gesù. E Gesù l’accontenta subito e, avvicinandola, prende la corona di spine dal suo capo e la passa sul suo, pigiandogliela nelle tempie. Furono momenti dolorosissimi. Rimase così per due ore (Ivi, pag. 187).

La notte del 31 agosto al 1°settembre, Teresa trovandosi nella sua cappellina domestica, intenta a leggere un libro spirituale, all’improvviso esperimenta il fenomeno straordinario di sentirsi tagliare al fianco dalla mano di Gesù ed estrarre il cuore che le viene collocato dentro il costato di Gesù stesso. Sente un bruciore come si trovasse in una fornace ardente. Teresa scrive nel suo diario: “O Gesù, forse hai permesso questo dolore perché io possa offrire tutta me stessa per la salvezza dei Sacerdoti...” (Ivi, pag. 208).

La mattina del 18 ottobre (1973), Teresa sta pregando per la conversione di un povero Sacerdote fuori di strada. Le appare Gesù con un viso molto severo e inizia questo dialogo: “Teresa, figlia mia, è inutile che tu preghi per lui, perché dal giorno della sua prima Messa mi ha sempre oltraggiato e non mi ha mai pregato...; smetti di pregare per lui, perché non ne voglio più sapere!” Teresa risponde: “Gesù, questo tu non lo permetterai! Non permetterai che se ne vada all’inferno”. Gesù le dice: “Ti ho già detto che non voglio che tu preghi ancora per lui. Io non ne voglio più sapere”. Teresa dice a Gesù: “Se mandi lui all’inferno, vi mandi anche me, perché io pregherò e dove va lui andrò anch’io. Gesù, dì che la tua Teresina non la manderai all’inferno!” Gesù dice a Teresa: “Piccola mia, questo non lo posso fare: mandare la mia sposa all’inferno!” Dice Teresa a Gesù: “E allora, Gesù, salva pure lui! Egli verrà con me: se mandi via lui, manderai via anche me”. Gesù dice a Teresa: “Figlia mia, hai vinto tu! Ma guarda che le pene che avrai per lui saranno insopportabili e non so cosa tu penserai”. Teresa dice a Gesù: “O amor mio Gesù, da sola sono un nulla, ma con Te, sulla Tua stessa Croce ce la farò sempre”. Alcuni giorni, dopo questo dialogo, Gesù dice a Teresa: “Ti ricordi di quel Sacerdote? Se avessi cessato di pregare per lui, egli sarebbe andato all’inferno. Io sono contento che tu abbia insistito e lottato per lui” (Ivi, pag. 228).


Teresa, oltre che strumento di Gesù, è anche il mezzo di cui Maria Santissima si servì per richiamare i Sacerdoti ad onorare la loro dignità, per vivere con zelo la loro missione. La qual cosa, come dimostra la singolare predilezione che la Madonna ebbe verso Teresa Musco, così dimostra la altrettanto grande predilezione che Maria nutre verso i prediletti del Figlio suo, cioè verso i Sacerdoti.Gli episodi, in merito, sono numerosi.

E’ molto interessante il monito che la Madonna indirizza, per mezzo della Musco, a tutti i Sacerdoti, a credere ai vari «parafulmini» dell’ora presente, che la Divina Provvidenza dona al mondo nella persona di anime predilette. “Voi Sacerdoti — dice la Vergine — non esponete alle tentazioni di disperazione le anime scelte da me... pensate ad incoraggiarle, non a scoraggiarle” (Ivi, pag. 66). Ce ne sono anche oggi e per fortuna di tutti. Ma non raccolgono, purtroppo, la simpatia dei Sacerdoti in generale, che le condannano in blocco, con leggerezza incredibile, come se Dio dovesse dipendere dai loro giudizi.

Anche la Madonna predice a Teresa che il suo padre spirituale e il suo fratello spirituale saranno Don Giuseppe Borra, Salesiano e Don Franco Amico. “Ascoltali — dice la Madonna — e non temere dell’abbandono. Pur trovandoti sola e sperduta, nulla ti mancherà” (Ivi, pag. 66).

Il 3 gennaio del 1952 (Teresa ha appena nove anni) la Madonna le appare e le predice il pellegrinaggio di Paolo VI a Fatima. E aggiunge che il Papa non oserà parlare del terzo segreto di Fatima, perché è spaventoso. Lo spiega a lei la Madonna stessa. “Il mondo — le dice la Vergine — cammina verso una grande rovina... Fuoco e fumo sconvolgeranno il mondo. Le acque degli oceani diventeranno fuoco e vapore. La schiuma si innalzerà, sconvolgerà l’Europa. Affonderà tutto in una lava di fuoco e milioni di uomini e bambini periranno nel fuoco e i pochi eletti rimasti invidieranno i morti. Perché da qualunque parte si volgerà lo sguardo, non si vedrà altro che sangue e morti e rovina, in tutto il mondo” (Ivi, pag. 68).

Nel settembre del 1952 la Madonna la invita a pregare e soffrire per i Sacerdoti. “Figlia mia — le dice — i Sacerdoti non capiscono più quale sia la volontà di Dio. Quei pochissimi che sono rimasti fedeli a me hanno tanta paura di esporsi... La Chiesa sta percorrendo un brutto momento: quelli che vi comandano si avviano verso le tenebre, perché la comodità che hanno è tanta... danno troppo retta alla carne e mettono a tacere lo spirito. E se nella tua vita passerà un’ora della giornata senza aver pregato per i miei figli prediletti (i Sacerdoti), sappi che è una giornata perduta...” (Ivi, pag. 76).

La sera del 5 ottobre 1952 la Madonna le dice: “Figlia mia, sono venuta da te per dirti tante volte che desidero che tu preghi ed offra per i Sacerdoti” (Ivi, pag. 78). Il 31 ottobre 1953 le appare la Madonna che le dice, tra l’altro: “Prega molto, specie per i figli a me cari. I Sacerdoti, prediletti di mio Figlio... Così tu obblighi a tornare da me tanti e tanti Sacerdoti” (Ivi, pag. 90).

Il 15 ottobre del 1966 la Madonna le dice: “ Vedrai quanti Sacerdoti, figli prediletti del mio Figlio, i quali rinnegano la presenza di mio Figlio, molti dei quali si svestono per andarsene via. Sappi, figlia , che ci vogliono molte anime che si offrano vittime per i Sacerdoti. Molti di loro si oppongono al loro Vescovo e non ammettono neppure di avere sbagliato. Offri, soffri e prega per loro” (Ivi, pag. 154). La mattina del 17 giugno del 1967 la Madonna le dice: “Raccomando particolarmente i miei figli prediletti, i Sacerdoti, perché Satana sta per scatenarsi contro di loro, e loro, così deboli per le tante cadute, non riescono ad rialzarsi. Voglio che tu soffra maggiormente per loro...” (Ivi pag. 162). Anche il 31 maggio del 1969 la Madonna ritorna a raccomandare a Teresa di pregare e soffrire per i Sacerdoti (Ivi, pag. 181). E così pure il 1° settembre del 1969 (Ivi, pag. 188).

Il 23 e il 31 luglio del 1973 la Madonna, in due apparizioni, fa a Teresa questa confidenza: “Sappi, Teresa, che molti Sacerdoti dicono che io, Mamma, oscuro la gloria e l’onore di mio Figlio! Poveri figli miei insensati!... Quanto sono ciechi!... Come si sono fatti prendere dal demonio!... Ma non sono io stata creata per servire mio Figlio?... Non mi ha dato a voi tutti, ai piedi della sua croce?... Teresa, offri tutta te stessa per loro che non capiscono cosa fanno. Tu, con la tua offerta, puoi portare molti di loro al mio cuore” (Ivi, pag. 224-225). La mattina del 1973 le appare la Madonna che le dice: “Piccola mia, sono la Mamma che ti parlo. Dì a tutti che Io ho bisogno di Sacerdoti umili e coraggiosi, pronti ad essere ammazzati, derisi, calpestati... affinché per mezzo di essi Io possa risplendere più luminosa nella Chiesa, dopo la grande purificazione. Solo con questi Sacerdoti umili, derisi, calpestati, Io vostra Mamma, ho il potere di riportare a casa i figli miei cari smarriti, e consegnare al mio Figlio un grande e innumerevole numero di figli purificati ormai dalla grande tribolazione che avranno i Sacerdoti umili, puri e pronti ad ogni lotta della Chiesa, che le muoveranno i figli ormai ciechi di tante cecità” (Ivi, pag. 225).

A tutte queste manifestazioni di amore materno, per così dire, parlato verso i Sacerdoti, Maria, per mezzo di Teresa Musco, ha unito anche parecchie manifestazioni con fatti miracolosi. Ci siamo mai chiesti il perché del pluralismo del fenomeni straordinari, che sono accaduti in Teresa e intorno a lei, nella sua abitazione, in vita sua e anche dopo morte? Teresa richiesta espressamente di dare una risposta ebbe a dire: “La Madonna mi dice che il pluralismo dei fenomeni è dovuto al fatto che tanti sono i peccati dei Sacerdoti con la tolleranza di molti Vescovi e che tanti sono i peccati che si commettono in tutto il mondo” (Ivi, pag. 425).

A tutte le manifestazioni con visioni, con locuzioni e con fatti miracolosi la Madonna unisce anche la spiegazione e la esaltazione della altissima dignità dei Sacerdoti, per spingere Teresa, ancora più e meglio, a pregare e soffrire per la salvezza e la santificazione dei Sacerdoti. Infatti l’11 marzo 1975 Maria le dice: “Figlia mia se Io ti mostrassi l’anima di un Sacerdote, vedresti che in ognuno di loro vi è il mio diletto Figlio, perché come nell’anima così nel corpo portano impresso in loro mio Figlio Gesù” (Ivi, pag. 238).


Teresa Musco messa sulla strada della preghiera e sofferenza per il bene dei Sacerdoti da Gesù e da Maria, in momenti e modi così straordinari, vi cammina con entusiasmo anche di sua personale iniziativa.

Il 29 febbraio 1952 Teresa scrive nel suo diario: “Le coliche non mi lasciano mai. Sono continue. Io non trovo pace. Molte volte rimango senza respiro. Non ho forza neppure di fare un lamento. Ma io lascio tutto a Gesù, per il suo amore..., per i peccatori, per i Sacerdoti e per le anime del purgatorio” (Ivi, pag. 69).

Il mercoledì santo del 1954 Teresa è letteralmente prostrata da febbre altissima e da dolori di tutte le qualità. Ci fa sapere che offriva queste sofferenze per i peccatori, per i Sacerdoti, per la pace delle nazioni e per la vera fratellanza nella famiglia. (Ivi, pag. 95). Il 17 gennaio Teresa è accompagnata dalla mamma all’ospedale civile di Caserta per il pericolo di setticemia ad una gamba. Imprigionata in una gabbietta di ferro, la gamba continua a gonfiarsi e a causarle dolori lancinanti. Il cappellano dell’ospedale cerca di farle coraggio. Un giorno le domanda: “Per chi offri le tue sofferenze?” Teresa gli risponde: “Per tutti i Sacerdoti, per i Vescovi e per il Papa, affinché divntino grandi santi” (Ivi, pag. 112). Il primo di febbraio l’ammalata è trasportata alle ore 23,30, in sala operatoria per l’estrazione del pus dal ginocchio. L’operazione è dolorosissima, perché non le si può praticare l’anestesia. Quando il chirurgo infila nel ginocchio un grande ago, la povera Teresa prova dolori così atroci da costringerla d’istinto ad urlare spaventosamente. Ma proprio quando sente di non poter più reggere prega Gesù e gli dice: “Gesù fa che io possa salvare i Sacerdoti dalla cattiva strada” (Ivi, pag. 113).

Teresa Musco quanto pregava! Basti pensare che recitava diversi santi Rosari ogni giorno, oltre gli altri numerosi atti di pietà e al continuo pensiero in Dio. Pregava per tutti, ma in modo particolare per i Sacerdoti e per la loro santificazione (Ivi, pag. 115). Nella recita del Santo Rosario, prima di ogni mistero, soleva dire: “O Maria, Madre e Regine delle famiglie cristiane, pregate per noi e mandateci santi sacerdoti” (Ivi, pag. 475). Preghiera e sofferenza erano i mezzi di cui Teresa si serviva per aiutare i Sacerdoti. Il primo gennaio del 1964, scrive nel suo diario: “Inizia un nuovo anno di sofferenza. Gli anni passano veloci, quasi non me ne accorgo: tale è la gioia di soffrire per amore e l’unico scopo che io ho è aiutare i Sacerdoti, i peccatori e in riparazione dei miei peccati” (Ivi, pag. 135).

Teresa sempre, e specialmente durante gli otto anni passati a Caserta, esercitò un continuo e fecondo apostolato con l’esempio, con la preghiera, con la sofferenza e con la parola. Si pensi che in solo otto mesi (dal 1° ottobre al luglio 1976), oltre numerosissime altre persone ebbe la felicità di avvicinare ben una sessantina di Sacerdoti, che da lei si partirono con un dono particolare o per l’anima o per il corpo o per se stessi o per gli altri (Ivi, pag. 250).

Il 28 luglio del 1976 Teresa si recò per l’ultima volta a Castel S. Lorenzo (SA) in casa del fratello Luigi. Parlando gli disse: “Questa è l’ultima volta che io vengo qui. Ormai la mia missione è finita. Quello che ti raccomando di più è questo: non dimentacarti di pregare per i Sacerdoti”. Fino agli ultimi giorni e, si può dire, fino agli ultimi istanti della sua vita, Teresa ha pensato ai Sacerdoti. Infatti il mattino dell’ultimo suo giorno della sua vita ricevette la visita di dua religiosi Sacerdoti. E, durante il viaggio da Caserta a Napoli, per la solita dialisi parlò con Don Franco della casa per suo desiderio doveva essere fondata, oltre che per altre persone povere, anche e soprattutto per i poveri e vecchi Sacerdoti (Ivi, pag. 261).


Non sarebbe completa questa rassegna di momenti, di attitudini e di fatti e circostanze che sottolineano l’interesse di Teresa Musco per i Sacerdoti, se mancassero le testimonianze verbali di parecchie persone sul suo soprannaturale amore per i Sacerdoti.

In primo luogo dobbiamo ricordare il Card. Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli. Messo al corrente delle vicende della Musco, la ricevette in udienza e la incoraggiò a donarsi sempre più generosamente al Signore per il bene della Chiesa (Ivi, pag. 390).

Mons. Daniele Ferrari, Vescovo di Chiavari, ebbe diversi colloqui con Teresa e la ospitò una volta in casa sua. Ne riportò un’ottima impressione. “Le sue affermazioni — scrive Mons. Ferrari — erano improntate ad un amore semplice e tenerissimo; affermazioni che volevano essere come una specie di messaggio che Maria per mezzo suo ci inviava”. Tali affermazioni Mons. Ferrari in qualche maniera riconosce per vere, pur augurandosi e pregando che un giorno la Chiesa possa dare una risposta, almeno parziale, ai tanti interrogativi di questa singolare vita” (Ivi, pag. 391-392).

Don Giuseppe Borra, direttore spirituale di Teresa ha scritto una relazione su Teresa Musco, circa un anno prima della morte della medesima, su invito del Superiore Ecclesiastico. In questa relazione Don Borra ci mette dinanzi ad una affermazione che chiameremo di principio. “E’ certo — dice Don Borra — che i responsi che escono dalle sue labbra sono la traduzione di quanto le è stato detto, e sono la manifestazione di verità che non sempre concordano con il piano delle vedute umane. Teresa dimostra di conoscere le coscienze... Il suo colloquio è preciso, quando si tratta di anime da salvare o di anime già in Paradiso”. In particolare Don Borra ha questa frase illuminante: “Nei vari colloqui, ritenendo che fosse pura volontà della Madonna, ho permesso che accogliesse, e con frutto, Sacerdoti spiritualmente bisognosi...” Don Borra ci fa sapere anche che, interrogata Teresa in merito alle lacrimazioni di rose messe davanti alle immagini di Gesù e della Madonna, diceva che Maria Santissima era triste e piangeva per le infedeltà dei cristiani, delle anime religiose e sacerdotali. Altra volta, dinanzi ad una miracolosa essudazione di una statuina di Gesù Bambino, Don Borra dice a Teresa: “Domanda alla Madonna che cosa significa questo fatto”. E’ Teresa a nome della Madonna a rispondere: “Perché i miei figli prediletti (i Sacerdoti) non mi amano”. Infine Don Borra afferma: “Ritengo questi segni un richiamo per tutti, ma soprattutto per le anime sacerdotali e religiose, per le quali Teresa ha offerto continuamente le sue sofferenze e la sua vita” (Ivi, pag. 393-400).

Don Franco Amico, a sua volta, ha scritto una lunga relazione su Teresa Musco, nella quale illustra le sue virtù. Parlando della carità di Teresa, scrive: “Teresa, sull’esempio di Gesù, ha donato tutta la sua vita per i fratelli peccatori, primi fra tutti i Sacerdoti”. Don Franco attesta che Teresa, con l’aiuto di altre buone persone, pagava tutti i mesi la retta per il mantenimento in Seminario di un giovane aspirante al Sacerdozio. Don Franco usa parole altrettanto elogiative, quando parla della delicata carità di Teresa verso la sua persona. “Si preoccupava della mia salute. Era pronta a farmi tanti piccoli piaceri... Non stava nei panni quando sapeva che mia mamma stava poco bene... E pensare che le sue condizioni di salute erano sempre al limite...(Ivi, pag.408)

P. Adalberto Cerusico, Passionista, scrivendo a P. Roschini, attesta: “E’ stato per me un grande dono di Gesù Crocifisso l’avvicinarmi (anche se per poco tempo) a questa autentica eroina dellaCroce, per apprendere come si deve amare Dio e le anime” (Ivi, pag. 326). Dice ancora P. Cerusico: “La fede profonda le faceva vedere, venerare ed amare Dio nella sua santa Chiesa, nei suoi ministri e in tutte le membra del mistico Corpo” (Ivi, pag. 427). Ancora lo stesso Padre: “In un incendio di carità divina amava il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti tutti e questa santa e diletta Chiesa cattolica” (Ivi, pag. 428). Ancora lo stesso Padre attesta, scrivendo a P. Roschini, che Teresa era molto grata a lui e a Don Franco per le rispettive prestazioni a suo beneficio ed usava, a questo proposito, espressioni di tanta delicatezza e insistenza (Ivi, pag. 426-434).

Altra preziosa testimonianza sull’affetto santo di Teresa verso i Sacerdoti ci viene da Don Antonio Chichierchia. Dopo aver descritto alcune tremende sofferenze di Teresa, Don Antonio scrive: “ Quale era il comportamento della giovane sofferente? Era sereno, e tutto offriva per le vocazioni sacerdotali, per la santificazione del Clero” (Ivi, pag. 434). Padre Consiglio Borrelli o.f.m., incontrandosi con lei gli causava gioia e incoraggiamento (Ivi, pag. 447). Notevole la testimonianza di Don Renzo Del Fante di Milano, che scrive: “Mi ha edificato, in modo speciale, il suo incoraggiamento a credere anche più nella dignità sublime del mio Sacerdozio, nella profonda e incolmabile mia povertà e miseria umana, su cui con tenerezza e potenza si chinava la Provvidenza di Dio e il Cuore materno di Maria...” (Ivi, pag. 449).

Analoga la testimonianza di P. Carmine Coppola, di Don Gabriele Antoniazzi, di Don Angelo Masi, di Padre Arsenio Leo, di Madre Teresa di S. Giuseppe, Carmelitana e di una Suora infermiera della Clinica dei Gerani. Questa Suora attesta che le sofferenze di Teresa, per le anime, specie per i Sacerdoti, erano atroci. Durante la degenza a Villa dei Gerani, Teresa rinnovò, a detta di tale Suora, la sua consacrazione a vittima per il bene della Chiesa, per i Sacerdoti e per tutti i peccatori (Ivi, pag. 450 e ss.).


Benediciamo e ringraziamo la Divina Provvidenza che fa nascere e vivere, di tanto in tanto, queste anime vittime a supplire le deficienze e a riparare le incorrispondenze di tutti.

 


TERESA MUSCO

(1943-1976)


teresamusco.it è il sito ufficiale su Teresa Musco
 

 

 

PRESENTAZIONE

Introduzione

 

PROFILO BIOGRAFICO
Visse la Passione di Cristo con Maria
di P. Domenico Mondrone
(da «I Santi ci sono ancora»)

Visse la Passione di Cristo con Maria
Inizia i primi passi con Maria
Tu un giorno sarai come me
Colui che più feriva il suo cuore
Anche in mezzo a una strada c’e Dio
Verso il "Consummatum est"

 

MESSAGGIO
Messaggio alla Chiesa
di P. Antonio Gallo OMC
da "T. Musco (studio biografico)"
cap IV pagg 51-60

Leggi l' articolo

 

VOCAZIONE

Anima Sacerdotale
La Fonte della Santificazione Sacerdotale